IN MOSTRA AL TEATRO DEI DIOSCURI AL QUIRINALE APERTURA PROROGATA AL 14 GENNAIO 2017 !
La straordinaria vita di Gillo Pontecorvo è narrata in una mostra ospitata in questi giorni a Roma presso il Teatro dei Dioscuri, alle spalle del Palazzo delle Esposizioni e a due passi dal Quirinale.
Curata da Claudio Libero Pisano con la collaborazione di Simone Pontecorvo, figlio del regista e responsabile dell'archivio Pontecorvo, l'esposizione ripercorre le tappe principali della lunga vita del celebre regista italiano attraverso più di 400 immagini fotografiche -- molte delle quali inedite -- e alcuni interessanti filmati.
A differenza di quanto ci si potrebbe aspettare, la mostra non è costruita soltanto sulla figura di Gillo Pontecorvo regista. Al contrario, gran parte delle tavole sono dedicate alle peripezie, alle attività e ai mestieri nei quali questo grande personaggio della cultura italiana (e internazionale) si è cimentato. Lo scrittore Ransom Riggs e il regista Tim Burton non avrebbero esitato ad arruolare Gillo Pontecorvo tra i peculiar children della casa di Miss Peregrine per la sua straordinaria versatilità e genialità.
Oltre che regista acclamato in tutto il mondo, Gillo Pontecorvo fu nell'ordine: un grande tennista (tra i numeri uno dell'anteguerra) e un appassionato pescatore, attività che gli consentirono di mantenersi durante la seconda guerra mondiale; giornalista, inviato e reporter per importanti testate italiane; musicista e aspirante compositore, il cui talento fu apprezzato da René Leibowitz, per un breve periodo suo insegnante di musica; frequentatore dei salotti intellettuali di Parigi, città in cui viveva e lavorava il fratello Bruno Pontecorvo -- fisico, allievo di Fermi ed ex "ragazzo di via Panisperna" -- e in cui si trasferì anche Gillo dopo l'emanazione delle leggi razziali in Italia; militante del Partito Comunista, corriere antifascista, partigiano durante la Resistenza, e in seguito personaggio politico di spicco del Fronte della Gioventù (numerose le testimonianze che lo ritraggono in occasioni pubbliche al fianco di Giorgio Amendola, Giancarlo Pajetta, Celeste Negarville ed Enrico Berlinguer); attore e consulente storico nel film sulla Resistenza diretto da Aldo Vergano "Il sole sorge ancora" (1946), sul cui set conobbe il regista e sceneggiatore Giuseppe De Santis; fotografo attraverso l'Italia per documentare le miserie del paese nel dopoguerra; aiuto regista e regista dalla seconda metà degli anni '50.
Dalla mostra si ha la sensazione che qualsiasi cosa Gillo Pontecorvo facesse, la portava a termine egregiamente, con grande passione. La sua versatilità ricorda quella di certi geni del Rinascimento, quali Leonardo da Vinci.
Classe 1919, Gillo (all'anagrafe Gilberto) nasce a Pisa rampollo di una famiglia ebraica non praticante e benestante, di grande cultura e dalla mentalità straordinariamente aperta per l'epoca.
Le vicende della storia lo portano all'estero giovanissimo, proiettato in una Parigi culla della cultura internazionale, dove conosce e frequenta personaggi del calibro di Picasso, Leibowitz e Sartre.
Ho il privilegio di visitare la mostra con una guida d'eccezione, Simone Pontecorvo, che sull'onda dei ricordi di famiglia mi racconta alcuni episodi emblematici della vita di suo padre:
"Fuggendo da Milano per rifugiarsi in Svizzera in piena seconda guerra mondiale, i Pontecorvo fecero tappa a Meina, sul lago Maggiore, dove solo qualche giorno dopo fu compiuta dai nazisti la prima strage degli Ebrei, che furono radunati e gettati nel lago con una pietra al collo". La sua famiglia scampò per un soffio. Una certa dose di incoscienza (e di fortuna) sembra essere un leit-motiv della storia dei Pontecorvo: Gillo, scappando da Parigi occupata dalla Wehrmacht, portò provvidenzialmente con sé le racchette da tennis, che gli consentirono di mantenersi lavorando come istruttore nel sud della Francia. Durante la fuga però subì le invettive degli altri profughi incolonnati per lasciare la città che, alla vista delle racchette che spuntavano dal bagaglio, lo credevano in partenza per le vacanze incurante della tragedia che si stava consumando.
La mostra non trascura l'attività di Gillo Pontecorvo regista, ma anzi ripercorre non solo i film che lo hanno reso celebre (Kapò, La battaglia di Algeri, Queimada e Ogro), ma anche i progetti di lungometraggi mai realizzati: ad esempio i film sui nativi pellerossa d'America con Marlon Brando che non fu mai approvato dalle major americane e sulla figura storica di Gesù di Nazareth. In mostra anche testimonianze inedite e imperdibili, come il provino di Claudia Cardinale per la parte di Edith/Nicole in Kapò, poi assegnata a Susan Strasberg, e l'audio di una telefonata tra Brando e Pontecorvo sul progetto di film sui Sioux.
In tutti i frangenti mi ha sorpreso la grande determinazione con cui Gillo Pontecorvo perseguiva le sue lungimiranti intuizioni, anche quando inizialmente avversate da collaboratori e produzioni (ad esempio la scelta di attori sconosciuti per ruoli chiave, come in Queimada).
Mi ha colpito, più di ogni altra cosa, il sorriso aperto e cordiale che connota Gillo Pontecorvo in quasi tutte le immagini che lo ritraggono. Se non sorride, è perché è assorto e impegnato in qualche attività, come mettere a fuoco una scena o scovare l'angolazione giusta per una ripresa. Si ha la sensazione che fosse un uomo proiettato verso gli altri, amante della compagnia dei propri amici e della propria famiglia (bellissimi, al riguardo, i ritratti con la moglie Picci e i tre figli bambini). Curioso, sperimentatore, affascinante, sempre ben disposto verso la vita -- anche nei momenti di difficoltà. Un atteggiamento, questo, che probabilmente gli derivava dall'aver svolto nel corso della sua lunga vita (innumerevoli) attività, quali quella di regista cinematografico, che amava profondamente e lo appassionavano.
Questo il ritratto che emerge dalla mostra, splendida occasione per celebrare il decennale della scomparsa di Gillo Pontecorvo e, soprattutto, per svelare le sue utopie, le passioni, le battaglie e, in estrema sintesi, il suo straordinario cinema .
Alessia Paionni
Ove non diversamente indicato, le immagini sono per gentile concessione dell'archivio Pontecorvo o dell'archivio Luce-Cinecittà.
GILLO. Cinema, utopie, passioni e battaglie di Gillo Pontecorvo
FINO ALL'11 DICEMBRE - Dal lunedì al sabato dalle 10 alle 18
Ingresso gratuito
Roma, via Piacenza 1 (alle spalle del Palazzo delle Esposizioni)