GALLERIA TALENT ART DAL 21 AL 28 OTTOBRE
INAUGURAZIONE VENERDI 21 OTTOBRE ALLE ORE 18
Ho conosciuto Hamida Sager in occasione della mostra collettiva "Volti e colori della Libia", organizzata dall'Università eCampus la scorsa primavera a Roma. E' stato amore a prima vista: da allora non c'è opera, disegno, schizzo di questa straordinaria artista libica che non mi susciti profonde e contrastanti emozioni.
E' quindi per me un grande onore oggi presentare su questo blog la mostra personale che Hamida Sager terrà presso la Galleria Talent Art di Roma dal 21 al 28 ottobre.
Hamida è un'artista affermata a livello internazionale, che ha a lungo insegnato al Dipartimento di Arti Creative dell'Università di Tripoli. Il tratto scarno e originale e l'uso della china e
del colore nero sono gli elementi caratteristici delle sue opere, nel quale forti e continui sono i riferimenti alla recente guerra che ha sconvolto il suo amato paese.
"Ho iniziato a dipingere tele monocromatiche, utilizzando in prevalenza toni scuri, perché il nero è il colore della tristezza, e io ero triste per tutte le persone vittime della guerra
civile in Libia e per la tragedia che aveva sconvolto le nostre vite", dice Hamida. "Col tempo mi sono accorta che il nero aveva una carica espressiva potentissima e, oltre alla tristezza, poteva
comunicare anche sentimenti positivi come nel caso di alcune opere presenti nella mostra". La guerra ha rappresentato per Hamida Sager un percorso di dolore e sofferenza, che l'ha guidata
nell'ambito della propria personale ricerca.
Le opere dell'artista non sono tuttavia testimonianza solo del conflitto, ma anche di un sogno di pace che è però costretto a confrontarsi con gli orrori della guerra. "Questa è una guerra che il popolo libico non vuole" -- spiega Hamida -- "ma che si è imposta come unico mezzo per porre termine alla dittatura militare e per avviare un nuovo cammino".
"Il popolo libico vuole la pace", ribadisce Hamida, "anche se al momento è costretto a imbracciare il fucile e combattere", e questo concetto sembra essere rielaborato e riproposto nelle opere
che ritraggono soldati e combattenti. Il segno di Hamida Sager è forte e maturo, le sue composizioni hanno un'armonia intrinseca che è indipendente dall'asprezza e dalla gravità del soggetto e
dall'approccio rigidamente monocromatico.
Qualcosa tuttavia sta cambiando. Per la prima volta da anni questa straordinaria artista ha presentato alcune opere in cui il colore torna a riaffacciarsi, seppur timidamente, accanto al nero di
china ancora predominante.
Forse vuol significare che dall'orrore della guerra si può uscire, che lentamente la speranza può iniziare a riaffiorare in un animo ferito, proprio come un papavero vermiglio nel becco adunco di una cornacchia.
Tutto ciò mi fa realizzare che la pace -- di cui godiamo da decenni in Italia e in Europa senza neanche rendercene troppo conto -- non deve mai (e sottolineo mai) essere considerata qualcosa di scontato, o addirittura dovuto. Al contrario, questa pace va coltivata e custodita gelosamente, come un dono speciale di cui gli dei ci graziano giorno dopo giorno.
Basta pochissimo infatti, anche solo un attimo di distrazione, affinché questo dono meraviglioso ci sia strappato e le nostre vite vengano gettate nell'orrore più indicibile, come vediamo accadere in alcuni paesi vicinissimi come la Libia, l'Egitto, la Siria, solo qualche anno fa rinomate mete vacanziere.
Hamida Sager lo sa bene, perché questa esperienza l'ha vissuta sulla propria pelle e su quella dei suoi cari e ha scelto di testimoniarla nei suoi disegni e dipinti. Penso che il senso di disagio che alcune delle opere mi suscitano -- mentre le ammiro rapita dalla grazia e dalla forza del tratto -- dipenda proprio dal non sapere mai con certezza se il personaggio ritratto, sia esso un soldato o meno, possa costituire una minaccia alla mia libertà e alla mia stessa vita.
Spero solo di non dovermelo mai chiedere nella realtà.
Alessia Paionni
Galleria Talent Art
Via Ferdinando Martini 7 (zona Talenti)
00141 ROMA