FINO AL 14 LUGLIO alla Sala Santa Rita in Piazza Campitelli
Martedì 6 luglio è stata inaugurata l'installazione Scudi dell'artista tedesca Susanne Kessler nella splendida cornice della Sala Santa Rita. Si tratta di una chiesa barocca sconsacrata a due passi da piazza Campitelli, adibita a sala esposizioni e gestita dal Comune di Roma. Le ricche modanature, i capitelli compositi delle lesene, gli arredi sacri e la particolare decorazione geometrica della pavimenta- zione della sala sono state una vera e propria fonte di ispirazione per l'artista, che ha ideato e assemblato le opere diretta- mente all'interno di questa location.
Susanne Kessler, nativa di Wuppertal in Germania, da sempre cittadina del mondo e dal 1984 residente a Roma e Berlino, celebra i suoi primi 30 anni di attività con questa spettacolare installazione nel cuore di Roma curata da Lori Adragna e Maria Arcidiacono. In mostra un trittico di scudi di dimensioni straordinariamente grandi, realizzati su scheletri di metallo usando colori e materiali differenti (stoffe, corde, filo di ferro, legno, fili elettrici, oggetti di recupero).
Il soggetto dello scudo si presta a diversi piani di lettura e si caratterizza per una forte valenza simbolica: evoca un senso di protezione, una necessità di difesa e presidio -- che però non è mai attacco, è archetipo dell'inconscio collettivo. Attraversando la sala, la sensazione è che nulla ci possa accadere al suo interno: i tre scudi rendono questo luogo un posto sicuro, pieno di oggetti cari, dal vago sapore familiare.
C'è da chiedersi perché Susanne Kessler abbia scelto di raffigurare proprio degli scudi. Una risposta la può sicuramente dare ognuno di noi in base alla propria sensibilità; tuttavia, si può ipotizzare che l'installazione voglia anche soddisfare un generalizzato bisogno di protezione collettiva da certi orrori del presente, dalla crisi, dalla paura. L'artista risponde a questa esigenza realizzando un nido, un luogo dove possiamo sentirci finalmente al sicuro, almeno per un po'. Gli scudi si palesano come oggetti/dimora tra i quali il visitatore cammina, si sofferma e, volendo, può nascondersi e trovare riparo da energie e pensieri negativi. Non so bene perché, ma mi tornano in mente i ragni giganti di Louise Bourgeois, con le grandi uova bianche nascoste nei propri ventri.
"Il trittico di scudi -- dice Susanne Kessler, che ha lavorato ed esposto anche negli Stati Uniti e a Gerusalemme -- vuole essere un richiamo alle tre grandi religioni, qui simbolicamente riunite in pace e armonia con l'ambiente circostante". Un sogno bellissimo, insomma.
Sono particolarmente fortunata: una delle curatrici, Maria Arcidiacono, mi dedica un po' del suo tempo e mi accompagna nell'esperienza visiva e tattile tra le opere svelandomi i segreti della ricerca di quest'artista.
"Susanne Kessler si è rinchiusa in questa sala per tre giorni, senza concedersi pause né cibo, totalmente immersa nel lavoro creativo. Per lei il rapporto e l'integrazione dell'opera con l'ambiente circostante è un aspetto fondamentale. I colori e i materiali degli scudi richiamano infatti alcuni elementi della sala: il rosso dell'altare, la terracotta delle immagini della via Crucis, le rotondità dei capitelli".
Le installazioni sono realizzate con materiali eterogenei, spesso di scarto, che trovano nuova vita attraverso la creatività di Susanne Kessler. Trasformazione, cambiamento, provvisorietà, natura e vita sono infatti concetti emblematici che ritornano in tutte le opere dell'artista.
A vederli da lontano, gli scudi mi sembrano organismi biologici marini, complessi, intricati e vivi come certi agglomerati di molluschi, bissi, filamenti, alghe e coralli che si trovano sulla spiaggia o in mare (torno or ora da una settimana di vacanza sull'isola di Ustica). E' proprio questa vitalità intrinseca, caratteristica dei lavori di Susanne Kessler, a colpirmi profondamente.
In occasione del vernissage è stato presentato in anteprima il volume monografico Susanne Kessler - Framing Space a cura di Achille Bonito Oliva per l'editore Distanz, cui hanno contribuito Vincenzo Mazzarella e Johannes Nathan. La monografia illustra il percorso di questa straordinaria artista, anche in chiave poetica, e lascia trasparire la grande ammirazione e il sincero affetto degli autori per Susanne Kessler.
Achille Bonito Oliva e Susanne Kessler sono infatti amici di lunga data, dal lontano 1993 quando l'artista tedesca fu inviata dal critico a partecipare a una esposizione collettiva al Festival dei Due Mondi di Spoleto.
La mostra sarà visitabile fino al 14 luglio, dal lunedì al sabato (orario: 16.30-20.30) nella Sala Santa Rita in piazza Campitelli, a due passi dal teatro di Marcello e piazza Venezia. Se siete fortunati, avrete la possibilità di incontrare Susanne Kessler di persona, che vi accoglierà con un grande sorriso e si soffermerà con piacere a parlare con voi, come ha fatto con me.
Alessia Paionni
SUSANNE KESSLER, Scudi
SALA SANTA RITA - Via Montanara 8 (ad. piazza Campitelli), ROMA
La mostra proseguirà fino al 14 luglio con il seguente orario:
lunedì - sabato: ore 16.30-20.30