Al GARD (Piramide) una collettiva di arte contemporanea FINO AL 7 GIUGNO
Giovedì 31 maggio la Galleria Arte Roma Design (GARD) ha aperto i propri spazi (600 metri quadri di esposizione) per inaugurare la mostra collettiva Punti di vista dal mondo, presentando opere di pittura, scultura e un toccante reportage fotografico.
La curatrice, Sonia Mazzoli, mi ha accolto con cortesia, illustrandomi le opere in mostra. "Ho iniziato questa attività nel 1995 aprendo una galleria a Testaccio, la prima a Roma dedicata al design autoprodotto. Nel 1997 mi sono spostata in via dei Conciatori al civico 3/I, in un seminterrato che cela uno spazio espositivo incredibile, ampio e accogliente", mi racconta Sonia, mentre è tutta presa a terminare l'allestimento della mostra (tutto deve essere perfetto per il vernissage, e manca solo un'ora all'apertura).
"Ho voluto dedicare questa mostra a un gruppo di artisti che sono per me veri e propri amici: ci conosciamo da tanti anni e abbiamo condiviso insieme i momenti belli e brutti della storia di GARD". Sonia è inarrestabile, mentre corre su e giù per le sale: "Collaboro con Marisa Muzi e Gloria Baldacci dal 1995. Ho seguito il percorso di queste due straordinarie artiste personalmente, lavorando, creando e discutendo (di arte) insieme. Il nostro è un vero laboratorio di idee". Già, perché Sonia Mazzoli, oltre a essere una brava curatrice e gallerista, è prima di tutto un'artista.
Lo scopro chiedendole se anche un grande quadro nero, esposto proprio all'entrata della galleria, fa parte della mostra. "No, quella è una delle mie opere. E' realizzato con le camere d'aria delle ruote e si intitola Mi manca l'aria, perché l'ho composto in un periodo terribile della mia vita: avevo appena acquistato la galleria e non sapevo come far fronte alle rate del mutuo. Piuttosto che soccombere al panico, l'ho riversato sulla tela". E c'è ancora chi sostiene che l'arte non abbia una valenza terapeutica! "Dietro a ognuno dei miei artisti -- così li chiama affettuosamente Sonia -- c'è una storia, un percorso, una ricerca tutt'altro che indolori. C'è sperimentazione, inventiva, bisogno assoluto di
espressione. Quello che abbiamo dentro è a volte troppo grande, troppo pesante da contenere, e quindi c'è bisogno di buttarlo fuori, in un modo o nell'altro". Queste parole sembrano descrivere diverse opere in mostra: quelle di Marisa Muzi, non a caso intitolate Lacerazioni, e il reportage Esistenze della fotografa Mariangela Forcina, dedicato all'ospedale pediatrico croato di Gosnja Bistra per malattie croniche, ereditarie e metaboliche in cui i malati restano ricoverati anche quando sono ormai adulti. Ma i canali di comunicazione scelti dagli artisti in mostra sono diversissimi:
possono assumere anche toni dolci, morbidi e pacati, come nei dipinti a monotipo di Angela Esposito (una tecnica ideata dall'artista con l'utilizzo di lastre di vetro e materiali vari) e nelle sculture di Annalisa Astrologo (bellissima la sua Leda e il cigno). C'è chi trae ispirazione dal linguaggio architettonico, ad esempio l'artista di origine russa Anna Makarycheva Notari (non a caso discendente di una nota famiglia di architetti urbanistici moscoviti), oppure chi come Carlo Pantaleone sceglie di innovare ideando quadri mobili, in cui anche lo spettatore può contribuire attivamente a modificare l'opera d'arte.
Una mostra ricca e completa, che vi consiglio di vedere.
Alessia Paionni
Mariangela Forcina, Esistenze - Reportage fotografico (Gosnja Bistra).