Le opere e il pensiero di Gillo Dorfles in mostra al MACRO di via Nizza
FINO AL 17 APRILE
L'arte in molti casi fa bene all'anima e al corpo, e Gillo Dorfles (all'anagrafe Angelo Dorfles) ne è la prova vivente: classe 1910, ultracentenario ma ancora lucidissimo, Dorfles ha segnato la storia dell'arte e soprattutto della critica d'arte italiana.
Dopo Palazzo Reale a Milano, il MACRO di via Nizza in Roma gli dedica una personale antologica che ripercorre, attraverso più di 200 opere tra dipinti, arazzi, gioielli, sculture, saggi, le tappe artistiche e del pensiero di questo straordinario critico d'arte, artista, ed estetologo.
Medico di formazione, con una specializzazione in psichiatria, si dedica sin da giovanissimo alla pittura e allo studio dell'arte e dell'estetica. Affascinato sin dagli annti Trenta da correnti mistico-surreali e dall'astrattismo -- violentemente osteggiato dalla cultura di regime, dopo la seconda guerra mondiale insieme a Bruno Munari e Atanasio Soldati il Movimento Arte Concreta (MAC).
Il decennio del MAC (1948-1958) lo vede strenuo difensore dell'arte concreta, cioè di un'arte che attinge a forme, linee e colori autonomamente elaborati dalla personale immaginazione dell’artista anziché da processi di astrazione delle immagini della natura.
Gli artisti del MAC credono fermamente nell'apertura e nell'interconnessione tra tutte le forme di arte e tecniche: avviano un dialogo con il mondo dell'industria e del design italiano, e da questa inedita collaborazione nascono mostre, idee, oggetti originalissimi.
Nel corso degli anni le immagini di Dorfles restano snelle, colorate, mobili, leggere, vagamente ironiche, armoniche. Fluttuano nello spazio libere, quasi pensieri che si fanno forma. Gillo Dorfles non è solo un artista: insegna estetica all'Università di Milano e di Cagliari ed è un prolifico autore di saggi sull'argomento: tra i tanti titoli vi segnalo Le oscillazioni del gusto (1958) e Kitsch Antologia del cattivo gusto (1990).
In Horror Pleni. La (in)civiltà del rumore (2008) Dorfles analizza l'influenza delle "scorie massmediatiche" -- adoro questa espressione, è geniale -- sulle attività culturali e riscopre il valore del silenzio.
Questa mostra antologica descrive attraverso la vita di Gillo Dorfles un secolo di storia (dell'arte) italiana. "Essere nel tempo", cambiare restando sempre se stessi, lavorando con passione.
Una mostra importante, da vedere con calma, trovando il tempo di soffermarsi sulle pagine scritte e sui video tanti video che testimoniano l'attività e l'impegno -- anche sociale -- di questo straordinario personaggio.
Alessia Paionni
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Milagros Stokely (giovedì, 02 febbraio 2017 19:07)
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