FINO AL 2 MAGGIO
Il Palazzo delle Esposizioni dedica al maestro colombiano Fernando Botero una mostra sulla passione di Cristo in occasione del Giubileo della Misericordia indetto da papa Francesco e delle imminenti festività pasquali.
La mostra non è molto grande, e occupa in effetti solo una piccola parte delle grandi sale del Palazzo delle Esposizioni, dando a prima vista un'impressione di desolatezza a chi si incammina lungo il percorso espositivo. Ma le prime impressioni sono spesso ingannevoli.
Questa mostra merita di essere vista, a mio avviso. Anche se non siete appassionati dello stile abbondante e sontuoso di Botero. Anche se non siete particolarmente credenti (ma a maggior ragione se lo siete).
Vi spiego il perchè: le immagini, per lo più grandi quadri a olio, non solo sono in grado di commuovere (nel senso di muovere i sentimenti e ispirare pietà), ma si prestano anche a diversi piani di lettura.
Botero è un grande artista, con uno stile personalissimo e facilmente riconoscibile, che ci ha abituato a scene opulente e al tempo stesso serafiche, nelle quali la morbidezza e l'abbondanza delle carni si accompagnano a soggetti gradevoli e felicemente compiaciuti della propria pinguetudine.
Il ciclo della Via Crucis, dipinto tra il 2010 e il 2011, ci trascina in uno scenario completamente diverso.
Se siete credenti, è probabile che il messaggio e la crudezza delle vicende (le tappe della via Crucis e la morte del Cristo) tocchino subito le corde più profonde della vostra religiosità, portandovi a un immediato livello di empatia per la sofferenza e il sacrificio inferti al figlio di Dio e alla Vergine Maria, pur sempre una madre.
Se non siete credenti, è possibile che si avveri la previsione, ribadita nella mostra, in base alla quale "lo spettatore vive prima il piacere estetico [dato dalle figure e dalle composizioni] e poi, con il tempo, avverte il dolore". Ci vuole infatti una certa estraneità alle vicende narrate per non sentire subito, a pelle, la sofferenza di Gesù Cristo e delle persone a lui vicine, costrette ad assistere impotenti alla sua agonia e morte.
I quadri della Via Crucis pullulano di donne: Madonne disperate e con il volto rigato di lacrime grosse e materiche, donne pie che partecipano al dolore e al sacrificio di Gesù (come la figura emblematica di Veronica con il sudario), e ancora donne spettatrici sorprese e impietosite, come tutte quelle chiamate ad assistere alla passione dalle porte o dai balconi di casa. Ma anche donne brutte e crudeli, sparse tra la folla concitata di gente che circonda il Cristo coronato di spine, in morbosa attesa del supplizio.
Di questi quadri colpiscono il soggetto, che nel mio caso risveglia gli insegnamenti cattolici ricevuti da bambina -- nonostante oggi non sia più praticante, e i volti dei personaggi (soprattutto quello di Cristo, che esprime la completa accettazione del sacrificio, e di sua madre, annientata dal dolore). Degni di nota sono anche gli sfondi, inattesi: i fornetti di un moderno cimitero nella "Sepoltura di Cristo", un paese che sembra inerpicarsi all'infinito nel "Cristo alla colonna", e nell'opera "Ecce homo" le case desolate di una favelas con tanto di cane randagio e avvoltoi che si avventano su un pezzo di carne sanguinolento.
Colpiscono anche i colori: il verde diventa simbolo di morte (il cadavere di Cristo, o quanto meno le sue labbra e i piedi), mentre tra i vivi è usato soltanto nella figura di Giuda, quasi a dire che costui, seppur ancora formalmente ancora vivo, con il bacio del tradimento si è condannato alla morte eterna.
Chiudo con la figura di Ponzio Pilato, che è rappresentata soltanto nei disegni e negli acquerelli che sono serviti a Botero come bozzetti preparatori per i dipinti a olio. Una figura asfittica,
calva, che mi ha ricordato l'indimenticabile Pilato del romanzo "Il Maestro e Margherita" di Michail Bulgakov, perennemente tormentato e afflitto da disturbi gastrici
dalla chiara origine psicosomatica.
Se decidete di vedere la mostra, a pagamento, non dimenticate di visitare la piccola esposizione dedicata al "Giardino di Matisse", un libro delizioso realizzato su progetto del MoMA di New York, gratuita e ospitata al piano 0 del Palazzo. Davvero anche questa merita, benché piccola.
Alessia Paionni
PALAZZO DELLE ESPOSIZIONI
Orario
martedì-giovedì e domenica ore 10-20
venerdì e sabato ore 10-22.30
La biglietteria chiude un'ora prima.
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