AL MAXXI FINO AL 30 APRILE
Istanbul rappresenta un complesso sistema dinamico che, anche in virtù della sua peculiare collocazione geografica e politica, è oggi al centro di una radicale trasformazione.
Trait d'union tra Oriente e Occidente, luogo dove quotidianamente convivono, si incontrano e si scontrano laicità e religiosità, tradizione e modernità, innovazione e tendenze conservatrici, Istanbul è diventata anche una delle scene artistiche più interessanti e vitali del mondo.
La mostra Istanbul. Passione, Gioia, Furore al MAXXI è un omaggio alla spinta rivoluzionaria che questa città sta apportando al mondo delle arti e non solo.
Vengono presentate opere di oltre 40 artisti, architetti e creativi, raggruppate in sei sezioni che si pongono come inquietanti domande ( ancora in attesa di risposta). Da visitare in abbinamento con la mostra dedicata ai Transformers, che vi ho già illustrato.
1. A Rose Garden?
Nei primi giorni dell'estate 2013 migliaia di cittadini occupano il Gezi Park, a piazza Takim, per manifestare contro la sua demolizione prevista da un controverso
progetto di sviluppo urbano riguardante il centro città. La dura reazione della polizia innesca manifestazioni pubbliche in tutto il paese: i cittadini protestano contro i cambiamenti proposti
dal governo in ambito economico e urbanistico, e iniziano a esprimere apertamente il proprio dissenso verso le limitazioni alla libertà di stampa e di espressione e all'orientamento conservatore
del potere. Il movimento si esaurisce a causa della violenta repressione del governo. Le opere raccontano questo delicato momento della storia turca.
2. Ready for a Change?
Il processo di sviluppo urbano di Istanbul è stato caratterizzato nel corso del secolo scorso dall'edilizia abusiva e dalle soluzioni fornite dal TOKi (Toplu Konut
Idaresi), la locale amministrazione per lo sviluppo abitativo, che continua a modificare radicalmente il volto della città. Grande dibattito vi è oggi tra artisti, architetti e professionisti
sulla ricerca di soluzioni alternative, alcune delle quali in mostra, in grado di offrire uno sviluppo sostenibile rispettoso della popolazione e del pluralismo culturale.
3. Can we fight back?
Dopo gli scontri di Gezi Park i muri, le scalinate, le piazze si ergono a testimonianza dei problemi che riguardano la religione, l'identità culturale, i diritti
civili, la crisi economica.
Gli spazi pubblici si definiscono autonomamente, sulla falsariga di iniziative collettive e auto-organizzate, e ospitano opere e installazioni.
Emerge in questa sezione il cuore cosmopolita di Istanbul, dove brulica l'attività di intellettuali, artisti e architetti politicamente impegnati, alla ricerca di un
equilibrio pacifico e costruttivo tra le forze che dilaniano il paese.
4. Should we work hard?
A Istanbul vivono e lavorano 14 milioni di abitanti. Negli ultimi 30 anni le piccole industrie manifatturiere si sono spostate nelle periferie per lasciare spazio ai
moderni uffici finanziari e ai negozi di brand internazionali, dietro ai quali c'è una popolazione spesso fragile perché priva di diritti. Una fragilità che accomuna tutti, indipendentemente dal
fatto che abitino in un lussuoso grattacielo o in palazzoni di periferia. In un modo dove il lavoro è pura prestazione ci si illude di essersi liberati dallo sfruttamento. Ma è veramente così, si
chiedono e denunciano artisti e architetti?
5. Home for all?
La storia della Turchia è una storia complessa e tormentata, non scevra da violenze e atrocità commesse ai danni di minoranze etniche. Nella seconda metà del
Novecento la Turchia ha imposto il proprio modello nazionalista alla città di Istanbul, costringendo i cittadini non musulmani ad abbandonare il paese in molti casi.
Negli ultimi decenni, poi, il conflitto turco-curdo ha provocato l'emigrazione della popolazione del Kurdistan verso occidente. Con questa pesante storia alle spalle, la Turchia si trova oggi ad accogliere due milioni di rifugiati siriani, per di più con un conflitto alle porte di casa. Davvero Istanbul può diventare la casa di tutti?
6. Tomorrow, really?
Istanbul è tra le megalopoli più contraddittorie e affascinanti del XXI secolo. L'espansione economica inasprisce il divario tra le classi sociali, i rapporti tra le
diverse etnie e la necessità di avviare un reale processo di democratizzazione.
Il presente della città è ancora opprimente, lo si percepisce chiaramente, ma emerge anche un nuovo senso di apertura, una spinta verso la convivenza serena e il rispetto per il bene pubblico. In questo contesto, proprio l'arte si pone come vero laboratorio del futuro.
Alessia Paionni
MAXXI - Museo nazionale delle Arti del XXI secolo
via Guido Reni, 4 A
00196 Roma
Orario museo
Martedì-Venerdì 11.00 - 19.00; Sabato 11.00 - 22.00; Domenica 11.00 - 19.00
Chiuso il Lunedì
La biglietteria chiude un'ora prima del museo
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